sabato 5 luglio 2014

Sincerità intellettuale

"Sono un uomo malato....sono un uomo cattivo. Un uomo che non ha nulla di attraente. Credo di essere malato di fegato. Del resto di questa mia malattia non ne capisco niente, e in verità non so nemmeno io di che cosa soffra. Non mi curo e non mi sono mai curato, sebbene nutra il massimo rispetto per la medicina e per i dottori. Per giunta, sono anche estremamente superstizioso; o perlomeno lo sono abbastanza da rispettare la medicina. (Sono abbastanza colto da non essere superstizioso, eppure lo sono ugualmente.) No, io non voglio curarmi per cattiveria. Questo probabilmente voi non lo capirete, ma io invece lo capisco. Naturalmente non sarei mai capace di spiegarvi a chi esattamente voglio far dispetto in questo caso con le mie ripicche; so benissimo che non sono assolutamente in grado di nuocere nemmeno ai dottori per il fatto che non vado a farmi curare da loro; anzi, so meglio di chicchessia che con ciò faccio del male unicamente a me stesso e a nessun altro. Ciononostante se non mi curo lo faccio proprio per cattiveria: il fegato mi duole, ebbene che mi faccia ancora più male!"
Da "Il sottosuolo" di Fedor Dostoevskij
Ci ho ragionato tanto, ho passato in rassegna tutto ciò che ho letto e devo dire che solo leggendo questo libro mi sono sentita accolta, ho sentito che non ero sola. Un senso di sollievo, finalmente qualcun altro sul mio pianeta. Anche se in realtà so che i pensieri cattivi albergano nella mente di chiunque, molto difficilmente si ha il coraggio di ammetterlo, foss'anche a se stessi. Se nessuno lo confessa non ti resta che mantenere il tuo segreto se non vuoi che ti additino come egoista.
L'egoismo mi piace, quello sano che serve a salvaguardare quello che sei veramente, perché solo così riesci a darti agli altri completamente. Ma se sei frustrato, deluso, amareggiato, svuotato proprio per il fatto che non sai tutelarti, non puoi che essere aggressivo e recriminare, e dare la colpa agli altri della tua mancanza di coraggio.
Fedor Dostoevskij è il mio scrittore preferito. Non ci sono autori contemporanei che possano superare il suo modo di scrivere, la sua acutezza, la sua chiarezza e sincerità nell'esposizione. Questo è quello che penso. Anche quando scrive in fretta, solo per pagare i sui debiti di gioco, è impareggiabile. 
I migliori (moralmente) sono insieme i peggiori della città; è loro destino essere umiliati e offesi. Fëdor Michajlovic Dostoevskij

Memorie dal sottosuolo, anche noto come Memorie del sottosuolo o Ricordi dal sottosuolo, è un romanzo del 1864 di Fëdor Michajlovič Dostoevskij.
Il libro è diviso in due parti. La prima è intitolata Il sottosuolo, la seconda A proposito della neve bagnataLa prima parte è un monologo di critica sociale, dove vengono messi alla berlina gli ideali ottimistici del positivismo, che secondo l'autore non potrebbero mai condurre alla tanto agognata società del benessere, fondata su scienza e ragione, perché l'essere umano - o meglio, l'individuo - avrebbe un segreto desiderio di sofferenza, di sporcizia e di auto-umiliazione che non può essere arginato da nessuna teoria della ragione, né tanto meno da teorie religiose che propongano mielosi ideali di fratellanza umana. La seconda parte dell'opera è un racconto in prima persona, in cui l'autore del precedente cupo monologo confessa alcune sordide azioni che ha compiuto nella sua vita, a dimostrazione di come anche una persona "istruita" e "a modo" come lui possa essere in realtà profondamente abietta.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/vita/frase-56172?f=a:293>

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