Avete mai pensato che esistono tanti tipi di madre? La madre affettuosa, quella
invadente, quella discreta, la
scontenta, la vittima, quella che alimenta il senso di colpa, l’ecologista, l’anaffettiva,
la violenta e chi più ne ha ne metta. Questa vasta tipologia non dipende del
tutto dal carattere o convinzioni sul modello educativo propri della donna ma
soprattutto da quello di cui il figlio ha, o crede di aver bisogno, per
diventare adulto o per rimanere eterno bambino. Lo stesso tipo di comportamento
di una madre può essere interpretato e vissuto in maniera diametralmente
opposta da figli diversi.
La mia mi è sembrata obiettivamente sempre un disastro. Da
sempre desidero una madre diversa, una madre presente, che apprezza i miei
pregi e ne va fiera, che mi difende ad ogni costo, che mi abbraccia e mi
consola, che crede in me e mi appoggia, sulla quale si può contare sempre, che
capisce quello che nascondono i miei silenzi, che asciuga le mie lacrime senza
dire niente, che ogni tanto mi fa trovare la casa in ordine quando sa che sono
tanto stanca, che sceglie il regalo per il mio compleanno perché nessuno mi
conosce come lei. Lei da sempre mi dà dei soldi per il mio compleanno, quello
che può, che non è mai molto, e nemmeno mi dice con un sorriso “comprati quello
che desideri”. Una volta, con i suoi soldi per il mio compleanno, ho comperato
degli orecchini e andavo in giro dicendo “me li ha regalati la mia mamma” piena
di orgoglio. Da sempre mi racconto delle bugie sul suo conto, per sentirmi
confortata.
Eppure, guardata dall’esterno, è una bella persona, probabilmente
perché quelli che io considero i suoi pregi sono proprio il frutto di ciò che mi ha insegnato e trasmesso. E’ sincera, odia la falsità, odia le bugie,
soprattutto quelle dette per vigliaccheria, per non assumersi le proprie
responsabilità. In questa categoria di falsi, al primo posto ci sono i preti e
tutti quelli che vanno in chiesa tutte le domeniche ma sono incapaci di provare
compassione. “La compassione è l’unico vero sentimento cristiano” sostiene. Al
secondo posto ci sono i parenti che non rivelano mai la verità sulla propria
famiglia perché deve essere sempre la migliore agli occhi degli altri. Detesta
i genitori che non fanno che lodare i figli. Sostiene che un genitore non può
sapere chi è veramente suo figlio perché quest’ultimo racconta in famiglia solo
quello che gli fa comodo. In una parola è cinica e questo a dire il vero non mi
piace affatto; e quando, in alcune circostanze, mi viene naturale di usare le
sue frasi provo un senso di ribrezzo che mi fa subito tacere. Ama leggere e anche scrivere, senza avere
nemmeno la licenza di terza media. Ma non per incapacità o svogliatezza; solo perché
era troppo timida e di famiglia troppo umile per frequentare la scuola media
che, a quei tempi, era frequentata quasi esclusivamente da benestanti. Lei
parlava solo il dialetto e la prendevano in giro. E’ stata sempre una
solitaria, severa com’è con stessa e con gli altri. Uno dei suoi pregi più
grandi credo sia il suo anticonformismo e la sua assoluta avversione per il
consumismo. Considerata la sua generazione, credo sia una grande per questo. Detesta
gli sprechi. “Io ho vissuto la miseria della guerra” ripete sempre, “non si può
riempire continuamente il frigorifero e continuare a buttare cibo marcio”. Per
reazione io riempio sempre il mio, come se tutto quel cibo potesse riempire il
vuoto immenso che mi lascia ogni volta che la vedo.
I genitori anaffettivi
creano delle voragini incolmabili nei figli, e nemmeno lo sanno. Una volta mi
ha detto, parlando di se stessa, “credo di essere la madre più affettuosa del
mondo”. Non sapevo se sorridere, se piangere o prenderla a sberle. Come fa ad
essere così inconsapevole? Come fa a pensare una cosa del genere senza avermi
mai dato un abbraccio o una carezza? Per lei i gesti di affetto sono inutili
smancerie, privi di senso, sono eccessi inaccettabili. Credo sia per questo che
ora reagisco con gelo alle persone che si avvicinano per salutarmi con un bacio
sulle guance. I miei amici lo sanno e ridono. Anche io rido. Che altro dovrei
fare? Anni fa, per superare questo blocco che ho nei confronti dei corpi
altrui, mi sono iscritta ad un corso di shiatsu. Per tre anni ho massaggiato e
mi sono fatta massaggiare. Piacevole.
Tutto sembra magicamente risolto quando arrivano i figli. Si
cerca di non ripercorrere gli atteggiamenti che ci hanno fatto soffrire ma loro
sono altre perone, diverse da noi, con altre esigenze, con altre storie.
Sicuramente anche loro ci incolperanno di qualcosa, ci accuseranno, staranno
male per colpa nostra. Sicuramente anche noi saremo inconsapevolmente
colpevoli.
Una storia senza fine!
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