martedì 8 luglio 2014

La madre

Avete mai pensato che esistono tanti tipi di madre? La madre affettuosa, quella invadente,  quella discreta, la scontenta, la vittima, quella che alimenta il senso di colpa, l’ecologista, l’anaffettiva, la violenta e chi più ne ha ne metta. Questa vasta tipologia non dipende del tutto dal carattere o convinzioni sul modello educativo propri della donna ma soprattutto da quello di cui il figlio ha, o crede di aver bisogno, per diventare adulto o per rimanere eterno bambino. Lo stesso tipo di comportamento di una madre può essere interpretato e vissuto in maniera diametralmente opposta da figli diversi.
La mia mi è sembrata obiettivamente sempre un disastro. Da sempre desidero una madre diversa, una madre presente, che apprezza i miei pregi e ne va fiera, che mi difende ad ogni costo, che mi abbraccia e mi consola, che crede in me e mi appoggia, sulla quale si può contare sempre, che capisce quello che nascondono i miei silenzi, che asciuga le mie lacrime senza dire niente, che ogni tanto mi fa trovare la casa in ordine quando sa che sono tanto stanca, che sceglie il regalo per il mio compleanno perché nessuno mi conosce come lei. Lei da sempre mi dà dei soldi per il mio compleanno, quello che può, che non è mai molto, e nemmeno mi dice con un sorriso “comprati quello che desideri”. Una volta, con i suoi soldi per il mio compleanno, ho comperato degli orecchini e andavo in giro dicendo “me li ha regalati la mia mamma” piena di orgoglio. Da sempre mi racconto delle bugie sul suo conto, per sentirmi confortata.
Eppure, guardata dall’esterno, è una bella persona, probabilmente perché quelli che io considero i suoi pregi sono proprio il frutto di ciò che mi ha insegnato e trasmesso. E’ sincera, odia la falsità, odia le bugie, soprattutto quelle dette per vigliaccheria, per non assumersi le proprie responsabilità. In questa categoria di falsi, al primo posto ci sono i preti e tutti quelli che vanno in chiesa tutte le domeniche ma sono incapaci di provare compassione. “La compassione è l’unico vero sentimento cristiano” sostiene. Al secondo posto ci sono i parenti che non rivelano mai la verità sulla propria famiglia perché deve essere sempre la migliore agli occhi degli altri. Detesta i genitori che non fanno che lodare i figli. Sostiene che un genitore non può sapere chi è veramente suo figlio perché quest’ultimo racconta in famiglia solo quello che gli fa comodo. In una parola è cinica e questo a dire il vero non mi piace affatto; e quando, in alcune circostanze, mi viene naturale di usare le sue frasi provo un senso di ribrezzo che mi fa subito tacere.  Ama leggere e anche scrivere, senza avere nemmeno la licenza di terza media. Ma non per incapacità o svogliatezza; solo perché era troppo timida e di famiglia troppo umile per frequentare la scuola media che, a quei tempi, era frequentata quasi esclusivamente da benestanti. Lei parlava solo il dialetto e la prendevano in giro. E’ stata sempre una solitaria, severa com’è con stessa e con gli altri. Uno dei suoi pregi più grandi credo sia il suo anticonformismo e la sua assoluta avversione per il consumismo. Considerata la sua generazione, credo sia una grande per questo. Detesta gli sprechi. “Io ho vissuto la miseria della guerra” ripete sempre, “non si può riempire continuamente il frigorifero e continuare a buttare cibo marcio”. Per reazione io riempio sempre il mio, come se tutto quel cibo potesse riempire il vuoto immenso che mi lascia ogni volta che la vedo.
I genitori anaffettivi creano delle voragini incolmabili nei figli, e nemmeno lo sanno. Una volta mi ha detto, parlando di se stessa, “credo di essere la madre più affettuosa del mondo”. Non sapevo se sorridere, se piangere o prenderla a sberle. Come fa ad essere così inconsapevole? Come fa a pensare una cosa del genere senza avermi mai dato un abbraccio o una carezza? Per lei i gesti di affetto sono inutili smancerie, privi di senso, sono eccessi inaccettabili. Credo sia per questo che ora reagisco con gelo alle persone che si avvicinano per salutarmi con un bacio sulle guance. I miei amici lo sanno e ridono. Anche io rido. Che altro dovrei fare? Anni fa, per superare questo blocco che ho nei confronti dei corpi altrui, mi sono iscritta ad un corso di shiatsu. Per tre anni ho massaggiato e mi sono fatta massaggiare. Piacevole.
Tutto sembra magicamente risolto quando arrivano i figli. Si cerca di non ripercorrere gli atteggiamenti che ci hanno fatto soffrire ma loro sono altre perone, diverse da noi, con altre esigenze, con altre storie. Sicuramente anche loro ci incolperanno di qualcosa, ci accuseranno, staranno male per colpa nostra. Sicuramente anche noi saremo inconsapevolmente colpevoli.
Una storia senza fine!

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