venerdì 11 luglio 2014

Ciabatte d(')a mare

Ho sempre pensato che l’estate fosse la stagione peggiore per innamorarsi. Capisco bene che a voi possa sembrare il contrario: carni nude, stoffe svolazzanti, pelli abbronzate, oli profumai spalmati in ogni dove, il fruscio della notte, corpi sudati sotto il sole, lo sciabordio delle onde. Mi sto già eccitando! Ma avete dimenticato un piccolo particolare, un particolare dal quale si possono capire infinite cose sulle persone: i PIEDI. Non sto parlando di igiene o di cattivi odori, sto parlando di SENSO ESTETICO. Il senso estetico di una persona è la sua quintessenza, che, come dice la Treccani è la “Caratteristica essenziale, natura intima e ultima”di qualcuno.
Da ragazzina mi innamoravo poco ed ero tendenzialmente monogama. Nonostante la mia giovane età il sentimento che provavo andava avanti per molti mesi. Erano sentimenti ingenui, fatti di sospiri, di sguardi, di inseguimenti, di risolini, di batticuore al solo vederlo passare, di contatti cercati, di frasi programmate a tavolino con l’amica del cuore. Ma poi, inevitabilmente, arrivava l’estate e il ragazzino in questione faceva quello che aveva sempre fatto, ma con ai piedi delle ciabatte orribili, di plastica dura, oppure delle ridicole scarpe di stoffa dai colori improbabili, con dei calzini corti altrettanto ridicoli. Non era assolutamente possibile passare sopra al pessimo gusto. Magicamente e immediatamente ogni traccia di sentimento di ogni tipo spariva, per lasciare posto ad un leggero disgusto che mi faceva ogni volta dubitare di me stessa.
Un paio di volte devo esserne rimasta davvero scioccata se, anche da adulta, ho continuato ad aver paura dell’estate quando ero innamorata. Orribili scarpe invernali potevano avere il loro perché ma i sandali e le ciabatte degli anni ’70 - ’80 erano davvero scandalosi. Potevo passare sopra a piccoli buchi nel maglione, ai jeans con la riga, all’orlo dei pantaloni alto 15 centimetri, alla schiuma della birra impigliata nei baffi, ai calzini corti e bianchi (che orrore!!!), persino all’unghia lunga del mignolo (sto per vomitare) ma le ciabatte azzurre o marroni incrociate sul davanti e piene di buchini sono impossibili da tollerare. Vorrei guardare negli occhi chi le ha disegnate e sputargli in faccia. “Lei si rende conto del trauma che hanno subito tante ragazze osservando i loro innamorati indossare quell’obbrobrio???? Dove aveva la testa quando ha preso la matita in mano?”
Abitando al mare, l’alternativa unica era il Pescura piatto Dr. Sholl. Ve lo ricordate? C’era anche la versione da donna, con un piccolo tacco. Ho provato a calzarli di recente e sinceramente non si capisce come potevamo andare in giro con una zavorra così pesante ai piedi, per non parlare dei colpi tremendi che mi davo sulle caviglie con quel tacco di legno massello!!!!!! Però il pescura da uomo era sicuramente più “di classe” della ciabattina sfigata. Se poi uno si presentava con le mitiche espadrilles, con la parte posteriore schiacciata dal tallone, voleva dire che, oltre alla mancata caduta di stile, condividevamo le stesse idee.
Ed era amore vero ed eterno. Almeno fino all’estate successiva!

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